I risultati del referendum scozzese sull’indipendenza erano attesi con trepidazione, non solo in Gran Bretagna, ma anche nel resto dell’Europa. La cittadinanza scozzese si è recata compatta alle urne per esprimere il suo voto ( 81,4%) ed alla fine dello spoglio, il fronte del “no” ha prevalso con il 55% dei voti, come era del resto stato previsto dagli ultimi sondaggi che erano stati svolti appena prima del voto.
L’annuncio della vittoria degli “unionisti”, è stato dato dalla BBC quando lo scrutinio era terminato in 30 dei 32 collegi elettorali nei quali è suddivisa la Scozia, compresi quelli delle città più importanti come Glasgow ed Edimburgo, la capitale.
Un risultato che ha fatto contento il premier Cameron, il quale aveva comunque dichiarato che anche in caso di successo del “sì”, non avrebbe rassegnato le dimissioni dalla carica, in quanto “sulla scheda non c’è il mio nome”.
Cameron si è anche congratulato con Alistair Darling che ha guidato il fronte del “no” a questo risultato, parlando di un’ottima campagna elettorale, per la quale si era anche speso in prima persona, promettendo una maggiore autonomia, e dichiarando che stando insieme siamo “migliori“.
Il premier scozzese, Alex Salmond, che aveva portato la Scozia al voto, parlando nella capitale scozzese, ha riconosciuto la vittoria degli avversari, ringraziando comunque i suoi concittadini per la grande prova di maturità data con una così alta affluenza alle urne, e non perde l’occasione per incalzare il governo di Londra affinchè, dopo il voto, si onorino le promesse fatte. Nello stesso tempo Salmond ha confermato di voler “lavorare” nel Regno Unito.
Nelle file degli indipendentisti, man mano che arrivavano i risultati dello spoglio, cresceva la delusione per aver fallito una occasione definita “storica”. Nel corso dello spoglio, che è andato avanti per l’intera notte, molti cittadini sono rimasti nei pub, che per l’occasione avevano prolungato l’orario di apertura, per attendere insieme i risultati. Sin dai primi esiti, quelli delle contee più piccole, il trend è apparso favorevole per l’indipendenza, ma poi il risultato è virato verso il “no”, con Edimburgo che ha fatto registrare un 61% contro il 39% per il “sì”.
La sterlina ha tratto immediato vantaggio dal risultato vedendo salire la sua quotazione in apertura di giornata.
Il voto scozzese era atteso in molti paesi europei, nei quali esistono delle rivendicazioni indipendentiste, come ad esempio la Catalogna in Spagna, che ha convocato un referendum per l’indipendenza che si terrà il prossimo 9 novembre, nonostante non abbia valenza giuridica e sia osteggiato dal governo centrale di Madrid. Anche in Italia c’era chi faceva il tifo per il “sì”, il gruppo della Lega Nord, ed il segretario Salvini si era recato anche in Scozia.