Vladimir Putin reagisce immediatamente alla proposta effettuata recentemente dal Pentagono che parlava di un eventuale dispiegamento nell’est Europa di armi pesanti, e risponde in modo perentorio parlando di un dispiegamento, da parte della Russia, di 40 missili balistici di nuova concezione, che hanno la capacità di superare i sistemi antimissile, anche i più sofisticati.
Il presidente russo parla di “diritto” di puntare le armi contro chi minaccia, ed avverte che nessuno può permettersi di mettere il pericolo il territorio russo. Secondo quanto affermato da Putin, i 40 nuovi missili saranno aggiunti al suo arsenale entro la fine del 2015. La dichiarazione di Putin è avvenuta nel corso di un suo intervento ad una manifestazione dell’industria bellica del suo paese. Le dichiarazioni del presidente russo mettono in allarme la diplomazia degli Stati Uniti ed anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
Stoltenberg ha decisamente accusato il Cremlino di un ricorso sempre più frequente alla “retorica atomica”, vedendo nelle dichiarazioni di Putin “un tintinnio di sciabole ingiustificato, destabilizzante e pericoloso”. Ed è tutto un rimpallo di accuse e di dichiarazioni; infatti mentre la Russia avverte gli Stati Uniti che reagirà prontamente a un eventuale “dispiegamento” di armi pesanti nei paesi dell’est Europa, incrementando il numero dei propri soldati, così come dei missili e degli altri mezzi bellici nelle sue zone occidentali, dall’altra parte la Nato risponde prontamente sottolineando che proprio l’atteggiamento “aggressivo” mostrato dalla Russia porta ad aumentare “la prontezza della risposta”.
Dichiarazioni rimandate immediatamente al mittente dal Cremlino che tende a precisare che le presunte “minacce russe” nei confronti dei paesi dell’Europa non sono altro che “un mito” costruito dagli Stati Uniti, che se ne servono per giustificare le loro azioni e quelle della Nato, volte solo a schierare un sempre maggior numero di armi lungo i confini, ed a sottrarsi al fatto di essere i responsabili principali della attuale crisi che attanaglia l’Ucraina. Anche Anatoli Antonov, vice ministro della Difesa di Mosca, attacca i paesi nato, dicendo che sono proprio i suoi colleghi di questi paesi a spingere il suo verso una nuova “corsa agli armamenti”.