Paranoia e stati di allucinazione, sono questi i nuovi e drammatici scenari che si nascondono dietro il suicidio dell’attore Robin Williams, avvenuto lo scorso 11 agosto.
Le scottanti rivelazioni rese note dal Daily Mail, gettano nuove ombre sulle ultime ore di vita del famoso attore hollywoodiano, sostenendo che le psicosi sviluppate lo avrebbero condotto sino al suicidio.
Secondo le ricostruzioni fatte, l’attore era terrorizzato dal fatto che qualcuno potesse fargli del male.
Questa paranoia lo avrebbe portato a compiere gesti singolari ed inquietanti, come infilare i suoi orologi pregiati dentro un calzino per affidarli in custodia, e al riparo (da chissà chi), ad un vecchio amico.
Pare inoltre che, il giorno prima della morte, abbia tentato di tagliarsi le vene nel bagno della sua casa in California, salvo poi ripulire lo sporco lasciato sul pavimento.
Robin Williams da tempo soffriva di vari disturbi, quali attacchi di panico e insonnia, ed era affetto dal Morbo di Parkinson.
Eppure l’autopsia rivelò un particolare che forse neanche lo stesso attore conosceva: Demenza da corpi di Lewy. Una malattia neurodegenerativa che potrebbe essere la causa principale dei disturbi mostrati dal sessantatrenne.
Probabilmente l’attore, in stato confusionale, ha passato le ultime ore di vita ricercando farmaci che alleviassero i suoi sintomi, ottenendo però come risultato solo un’intensificazione delle paranoie e delle fobie che già lo terrorizzavano.
Sono passati nove mesi, eppure ricostruire perfettamente le ultime ore di vita della star non è semplice, vista la mole di informazioni che pian piano vengono a galla.