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Sì al tetto per gli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato

Dalla Camera e dal Senato è arrivato l’ok al taglio degli stipendi dei dipendenti. È partita, in questo modo, l’attesa riforma relativa al trattamento del personale; una prima stima sul risparmio che si verrà a creare nel prossimo triennio ipotizza una cifra ragguardevole, 97 milioni di euro. In pratica, verrà posto un tetto massimo agli stipendi sia degli assistenti che dei burocrati che operano all’interno della Camera e del Senato.

Contrarie a questa proposta si sono schierate, però, le organizzazioni sindacali, secondo le quali esisterebbe un rischio di illegittimità. La votazione che ha dato esito positivo alla riforma è stata preceduta da una veloce audizione da parte proprio dei Sindacati, che hanno espresso alcune perplessità all’Ufficio di Presidenza della Camera e del Senato. Ben 9 le sigle sindacali che hanno voluto partecipare, con la Cigl a prendere la parola e ad esprimere il pensiero comune dei sindacati. Questi ultimi hanno preparato un testo che prevedeva l’assenso ad un tetto fissato a 240 mila euro (al netto sia degli oneri previdenziali che delle indennità di funzione) ma che non ammetteva altri eventuali tetti intermedi.
Dopo aver ottenuto l’approvazione, la riforma è pronta a scattare già dal 1 Gennaio 2015, e finirebbe per andare a regime entro 4 anni; questo periodo di tempo è necessario perché verrà applicato un sistema a scaglioni che finirà per toccare ogni categoria. Il tetto massimo è stato fissato in accordo a quanto previsto dal decreto promosso dal governo Renzi in merito ai dipendenti della Pubblica Amministrazione.
I vicepresidenti di Camera e Senato, Sereni e Fedeli, hanno voluto indire una conferenza stampa, all’interno della quale è stato spiegato che l’obiettivo è quello di arrivare entro la fine del presente anno a costituire un ruolo unico per i dipendenti del Parlamento. Oltre al tetto massimo di 240 mila euro sono stati specificati anche i vari tetti applicati a seconda delle qualifiche; ad esempio, per ragionieri e documentaristi il tetto è di 166 mila euro, per i segretari 115 mila, ecc..

In merito al decreto ha voluto lasciare la sua opinione, dalle pagine di Facebook, Laura Boldrini, Presidente della Camera, che ha definito quella appena presa una decisione che non ha precedenti. La motivazione alla base della scelta, sempre secondo la Boldrini, è stata la volontà di rafforzare l’istituzione, cercando di porre le retribuzioni all’interno di Camera e Senato in sintonia con quelle percepite nel Paese in questo momento di crisi. I criteri di proporzionalità che verranno seguiti dalla riforma, per la Boldrini sono necessari per poter riconoscere il livello di alta professionalità delle persone che lavorano in Camera e Senato e per valorizzarne il merito. Ha voluto, infine, fare un plauso all’amministrazione, che ha dimostrato “coraggio e senso di responsabilità“.
Dei 97 milioni che verranno risparmiati nei prossimi 3 anni, una sessantina saranno relativi alla Camera, mentre quasi 37 interesseranno il Senato.

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