Si della Camera, il ddl anticorruzione diviene legge. Il falso in bilancio torna ad essere reato
Con il si definitivo pronunciato nell’Aula della Camera è stato approvato il ddl Anticorruzione, fra gli applausii scrosciati partiti dal fronte Pd.
I voti a favore sono stati 280, 11 le astensioni, provenute dalla Lega, e 53 voti contrari, pronunciate da Movimento 5 Stelle e Forza Italia.
Il testo originario del Senato non ha subito modifiche, per un provvedimento che intende attribuire più potere di vigilanza all’Autorita nazionale Anticorruzione.
Questi i punti cardine del ddl:
Corruzione
Le pene, per quel che riguarda i reati di corruzione principali verso la pubblica amministrazione – quali peculato, corruzione impropria, propria, e in atti giudiziari-, hanno ottenuto un rialzo medio di 2 anni, allungando così anche i tempi di prescrizione di ogni singolo reato. Solo il reato di concussione mantiene invariata la pena, che però si estende anche all’incaricato al pubblico servizio.
I “collaboratori” d’ indagine, potrebbero subire un decurtamento massimo della pena pari a due terzi.
Nei reati di corruzione il patteggiamento diventa un possibile scenario qualora si manifesti la condizione di una restituzione del profitto realizzato indebitamente.
Falso in bliancio
Il falso in bilancio, da sempre uno dei nodi più controversi del Governo, è di nuovo ritenuto reato.
Il nuovo testo crea una distinzione tra società quotate e società non quotate, diventando così un “reato di pericolo”.
Falsificando il bilancio di una società quotata in borsa si rischiano dai 3 agli 8 anni di pena, mentre nel caso di una società non quotata le pene vanno da 1 a 5 anni di reclusione, procedendo sempre d’ufficio.
Per le piccole società, non soggette all’eventualità di fallimento come previsto dal codice civile, è prevista una pene di lieve entità, compresa tra i 6 mesi e i 3 anni.
In casi di particolare tenuità non è prevista punibiltà del reato.
L’uso delle intercettazioni è previsto solo per le società quotate in borsa, mentre le sanzioni pecuniarie salgono per tutti i tipi di società: quelle quotate in borsa rischiano fino a 600 quote, mentre le altre un massimo di 400.
Associazione Mafiosa
Nei casi di reati mafiosi il segnale dato è molto forte, e prevede un inasprimento importante delle sanzioni.
Per chi fa parte di un’associazione mafiosa composta da un minimo di 3 persone, la pena prevede una reclusione di 10-15 anni, contro i 7-12 anni precedenti.
Per chi organizza e dirige l’organizzazione mafiosa la pena prevede una reclusione compresa tra i 12 e 18 anni.
In caso di associazione mafiosa armata si passa dai 9-15 anni di reclusione ai 12-20 anni. I boss mafiosi, invece, rischiano una pena che può arrivare fino ai 26 anni di reclusione.
Le parole del Premier Renzi e dei Ministri
Il Premier Renzi si dice soddisfatto. Secondo lui solo pochi mesi fa:
“Questo risultato sarebbe stato impensabile. E’ una pagina importante che riavvicina la politica alle aspettative degli elettori italiani”.
Non si lascia scappare il classico tweet post riforma che recita: “Anticcoruzione e falso in bilancio sono legge. Questo paese lo cambiamo, costi quel costi”.
Anche il Ministro della Giustizia attraverso twitter dice la sua, sottolineando come questa legge miri a punire severamente i reati di corruzione e falso in bilancio.
Il padre leggittimo del provvedimento, Pietro Grasso, cita Godot ed esulta, sollevandosi dal peso di tutte le discussioni e modifiche che hanno contraddistinto la scrittura del ddl:
“Sono felice”, il suo laconico commento.
Dubbi e contrarietà
Il Movimento 5 stelle giudica “timida e senza coraggio” la riforma, mentre l’Associazione Antimafia Libera parla di riforma non completa:
“Era una mossa da fare al più presto, ma serve più nettezza per rescindere i rapporti tra mafiosi e corruzione politica”.