Siria, alta tensione tra Russia e Stati Uniti: salta l’accordo sulla tregua del 9 settembre?
ALTA TENSIONE – Rischiano un nuovo stop le trattative internazionali per trovare un’intesa tra Stati Uniti e Russia sulla delicata situazione siriana, dopo che alcuni spiragli erano arrivati dall’accordo siglato solo lo scorso 9 settembre, quando le due super-potenze erano riuscite a far accettare al governo di Damasco il “cessate il fuoco”. Il nuovo scambio di accuse tra la diplomazia a stelle e strisce e quella russa, guidata dal Ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, rischia però di far saltare l’accordo e anche il prossimo summit che, al momento, pare congelato. Durante l’ultimo Consiglio di Sicurezza dell’ONU, infatti, gli Stati Uniti sono tornati ad accusare l’esercito russo di “barbarie” in Siria, accusando il Cremlino di aver violato la tregua e di essere responsabile degli ultimi raid aerei sulla città di Aleppo.
LA REPLICA DI LAVROV – La reazione di Lavrov non si è fatta attendere: quello che è uno degli uomini di fiducia di Vladimir Putin ha risposto giudicando “inaccettabile” quanto espresso da alcuni membri dell’amministrazione Obama, ribadendo inoltre che la Russia non è affatto responsabile della morte di 128 civili ad Aleppo, una delle zone controllate dai ribelli anti-Assad e continuamente nel mirino dei bombardamenti decisi da Damasco.
Nel mirino di Lavrov non c’è solamente Washington, colpevole a suo dire di scaricare le colpe del fallimento in Siria sulla Russia, ma anche Staffan de Mistura: l’inviato speciale delle Nazioni Unite favorirebbe una linea politica pro ribelli al fine di privilegiare gli interessi commerciali dell’Arabia Saudita nel conflitto. Tuttavia, non è ancora arrivato lo stop al prossimo summit internazionale: secondo Dmitry Peskov, portavoce del presidente Putin, “è ancora presto per prendere una decisione” anche se, al momento, secondo lui “non avrebbe senso una riunione se i Paesi Occidentali continuano a non tenere fede agli accordi presi”. Il riferimento, nemmeno tanto velato, del diplomatico russo è a quella “azione militare concordata” tra USA e Russia per porre fine alla guerra e assestare anche un colpo decisivo alle milizie dell’ISIS presenti nella zona.