Stamina: 1 anno e 10 mesi a Vannoni che non si arrende “Un giorno la scienza mi darà ragione!”
Arriva dal tribunale di Torino la notizia della sentenza relativa al processo, relativamente alla vicenda Stamina, che ha visto imputato, per associazione a delinquere, Davide Vannoni. Il Giudice dell’udienza preliminare ha stabilito la pena di 1 anno e 10 mesi, accettando il patteggiamento. Ad ogni modo, nel caso in cui l’imputato dovesse tornare ad effettuare le infusioni incriminate, la sospensione della pena decadrà. Dopo la lettura della sentenza lo stesso Vannoni ha voluto lasciare un commento in merito a quanto appena stabilito, attraverso i suoi avvocati, sentenziando che la scienza finirà per dare ragione al suo operato.
Potito Giorgio, il gup che si è occupato del processo, ha finito per accettare anche le richieste di patteggiamento di altri 6 imputati; tra questi ultimi da segnalare la presenza di Marino Andolina, il vice di Vannoni, che è riuscito ad ottenere una pena pari ad 1 anno e 9 mesi. Tutti gli imputati erano stati accusati dal procuratore Guariniello di associazione a delinquere.
Il direttore dell’Ires, Marcello La Rosa, non aveva fatto richiesta di patteggiamento, decidendo di provare la strada del rito abbreviato. A suo carico è arrivata una condanna a 2 anni di reclusione. L’ex dirigente dell’Aifa, Carlo Tomino, ha visto infliggersi una pena di 6 mesi, alla quale sono stati abbinati 500 euro di multa. Guariniello per questi 2 imputati aveva richiesto, rispettivamente, 3 anni e 4 mesi e 1 anno e 4 mesi.
Altri 4 imputati avevano chiesto alla Corte il proscioglimento, rinunciando a qualsiasi rito breve; per loro è arrivato il rinvio a giudizio. Dovranno tornare in tribunale nel giugno del prossimo anno. Si tratta di Ermana Derelli (fino a pochi mesi fa nei vertici degli Spedali civili della città di Brescia), di Carmen Terrarili, di Fulvio Porta e di Arnalda Lanfranchi.
Il procuratore Guariniello aveva contestato, nel processo, l‘associazione a delinquere con fini di truffa, aggiungendo anche altri reati connessi. Alla lettura della sentenza ha voluto esprimere tutta la sua soddisfazione per il lavoro svolto in anni di indagini. Ai giornalisti ha indicato come la giustizia sia riuscita a vincere, in questo caso, anche sulla scienza.
Davide Vannoni, invece, piuttosto contrariato, ha lasciato i suoi pensieri all’avvocato che lo ha assistito nel processo, Liborio Cataliotti. La speranza, è che un giorno la scienza possa confermare la validità dl suo operato; questo potrebbe portare ad una riapertura del processo. Alla domanda se l’intenzione sia quella di portare avanti le sperimentazioni all’estero, i legali non si sono voluti sbilanciare, indicando solamente come la decisione presa dal Tribunale sia subordinata al fatto che il reato per il quale il loro assistito è stato condannato non potrà essere reiterato. Hanno comunque voluto precisare come nella sentenza non sia stato fatto nessun riferimento all’estero. Non è automatico, pertanto, che quanto valga in Italia abbia valore anche al di fuori del nostro Paese.
Vannoni, ora, dovrà affrontare un’altra battaglia giudiziaria, che lo vede imputato per tentata truffa nei confronti della Regione Piemonte. Vannoni, infatti, aveva chiesto una finanziamento all’ente pubblico, nel lontano 2007, per sperimentare attraverso le staminali. In questo caso Vannoni ha richiesto il patteggiamento per motivi principalmente economici. La vicenda relativa alle infusioni di staminali era stata aperta da Guariniello 6 anni fa, nel 2009, successivamente all’intervento dei Nas nello scantinato che Vannoni usava per archiviare il materiale e gli accessori utili per praticare i suoi trattamenti.