COME IN ‘STAR TREK’ – Nell’universo di “Star Trek”, la lunga e fortunata saga fantascientifica nata da un’idea di Gene Roddenberry, il ‘raggio traente’ serviva alle navicelle spaziali (tra cui la ‘Enterprise’ del capitano Kirk) e alle stazioni stellari per interagire con giganteschi corpi esterni, catturarli o semplicemente per ‘attraccare’. Ebbene, quello che nella fiction era un fascio di gravitoni lineari è diventato oggi realtà, sebbene su presupposti scientifici diversi.
Uno studio portato avanti congiuntamente da una équipe di scienziati delle Università britanniche di Bristol e del Sussex ha, infatti, messo a punto un dispositivo capace di afferrare e muovere a distanza oggetti di piccole dimensioni. A differenza del ‘raggio traente’, questa tecnologia sfrutta invece le onde sonore, vale a dire le vibrazioni che si propagano nell’aria senza tuttavia ricorrere al contatto fisico.
COME FUNZIONA? – Il risultato di questo studio è stato reso noto di recente da “Nature Communications”, una pubblicazione inglese a carattere scientifico. A quanto si legge, il principio su cui si basa questo dispositivo è abbastanza semplice e, come detto, sfrutta le proprietà delle onde acustiche, a patto che siano sufficientemente intense. La novità di questa ricerca è data dal fatto che, per la prima volta, si è deciso di ricorrere a onde provenienti da fonti diverse e più facilmente controllabili.
Solo in questo modo si spiega lo strabiliante risultato di un esperimento il cui esito è stato pubblicato anche su YouTube, in una breve clip intitolata ‘Video1’, sull’account di ‘NPG Press’ e che mostra le potenzialità del dispositivo.
LE APPLICAZIONE FUTURE – A dire la verità, lo stesso gruppo di ricerca in passato aveva ottenuto dei risultati simili, ma operando limitatamente all’ambiente acquatico e non a contatto con l’aria.
Nel corso dell’esperimento, i ricercatori hanno infatti utilizzato 64 micro-casse, posizionandole su una superficie piana e, sfruttandone il giusto mix di onde sonore, hanno convogliato le vibrazioni verso un elemento definito. In questo modo non solo sono riusciti a spostarlo, ma anche a manipolarlo a distanza e tenerlo sospeso in aria. Ovviamente, in attesa che questo ‘raggio’ venga messo a punto, non ci si può aspettare che riesca a spostare anche oggetti della lunghezza maggiore di pochi millimetri. Tuttavia, le applicazioni che in futuro questa tecnologia potrebbe permettere sono variegate: a partire dalla chirurgia (spostando capsule o altri elementi di grandezza infinitesimale all’interno del corpo umano) fino ad arrivare all’ambito della chimica al fine, stando agli autori della ricerca, di ‘unire delle molecole purissime tra di loro’. E, chissà, magari un giorno potrebbe permettere anche di realizzare il ‘tractor beam’ tanto caro ai fan di ‘Star Trek’.