Dalla Nasa arriva una notizia destinata ad alimentare la fantasia di chi, da sempre, crede nell’esistenza della vita nell’Universo al di fuori dell’ambito terrestre. Infatti, da quanto è stato comunicato dallo stesso “Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche”, un microfono ad infrarossi utilizzato da uno studente nel corso di un’esercitazione sarebbe riuscito a registrare un “infrasuono“.
Quest’ultimo sarebbe stato captato ad una distanza dalla superficie terrestre pari a 36 chilometri. Daniel Bowman, lo studente dell’università della North Carolina che ha provveduto alla registrazione, è destinato sicuramente a vivere un momento di grande notorietà. Intervistato da “Live Science” ha raccontato come si è svolto l’esperimento. In pratica, il 9 Agosto dello scorso anno il giovane studente ha costruito un pallone aerostatico sul quale ha poi posizionato un microfono ad infrarossi, lasciandolo “sospeso” in una zona compresa tra due Stati, l’Arizona e il New Mexico. Lo stesso Bowman ha affermato che il suono potrebbe anche giungere dal “limite estremo” dello spazio.
Per ora la Nasa non è stata in grado di fornire una spiegazione ufficiale a quanto avvenuto anche se, dalle prime indicazioni, a provocarlo sarebbero state delle vibrazioni causate da “micro-variazioni” della pressione atmosferica (in particolare quella che agisce sugli oceani). In alternativa, potrebbe essersi trattato di un semplice malfunzionamento del digitalizzatore utilizzato.
È importante sottolineare, comunque, che il suono captato è stato velocizzato 1000 volte per poter essere udito. Gli ultrasuoni, infatti, per loro natura hanno una definizione che si pone al di sotto dell’intervallo di frequenze che possono essere udite dall’uomo. Proprio per tale motivo, devono essere “tradotti” in una frequenza che possa essere udita dall’orecchio umano, ossia quella di 20 hertz. È stato lo stesso Bowman a renderlo udibile, prima di decidere di far partecipe della scoperta effettuata la Nasa nel corso di un Congresso svoltosi a Pasadena il 23 Aprile 2015. Si trattava di un incontro che vedeva la partecipazione di numerosi scienziati. Ora, ad un paio di settimane di distanza dalla diffusione della notizia, c’è già chi parla di una possibile nuova frontiera in tema di ricerche spaziali.
Sono arrivate, ad esempio, richieste relative all’invio di sonde sui pianeti Marte o Venere, con il fine di captare ulteriori suoni provenienti dallo spazio. Ha voluto esprimere il suo parere in merito alla scoperta anche Omar Marcillo, famoso geofisico americano, che ha indicato come alcune frequenze non siano in grado di essere captate sulla Terra in quanto finiscono per essere riflesse dall’atmosfera.
Per quanto ancora non sia stato possibile fornire una spiegazione valida a quanto accaduto, quella dell’Agosto dello scorso anno è sicuramente una scoperta che ha destato curiosità e attenzione sia nei media che negli ambienti accademici. In attesa di avere notizie più dettagliate in merito, gli appassionati di ufologia hanno già iniziato a fantasticare.