Un’equipe di scienziati che lavorano all’accademia austriaca della scienza intende effettuare un nuovo esperimento sulla correlazione quantistica, che un luminare come Albert Einstein aveva definito come “azione misteriosa a distanza“: in pratica consiste nel collegare tra loro un paio di particelle che si trovano in due angoli distinti dell’universo al punto che quando una di queste si trasforma, anche l’altra subisce all’istante analogo cambiamento, il tutto a velocità infinita, riecheggiando quasi le antiche credenze della magia simpatica medioevale.
Finora, gli esperimenti sono stati condotti a una distanza massima di 143 chilometri, che hanno dimostrato come la correlazione quantistica fosse 10 mila più veloce della luce, ma adesso il prossimo obiettivo della scienza è quello di trasmettere un fotone direttamente alla stazione spaziale che si trova a 500 chilometri dall’atmosfera terrestre. All’interno della stazione ci sarà un sistema basato su una macchina fotografica con un sensore sensibilissimo che cercherà di catturare l’istante preciso in cui il fotone inviato dalla Terra giungerà a destinazione, dimostrando così che la comunicazione avvenga effettivamente in tempo reale. Uno degli enigmi principali legati alla correlazione quantistica è dovuto al fatto che nessuno è ancora riuscito a stabilire esattamente come facciano le partitelle a cambiare stato in un quanto di tempo pressoché istantaneo.
È doveroso, inoltre, precisare come il concetto di teletrasporto nella fisica quantistica non abbia nulla a che fare con il teletrasporto che eravamo abituati a vedere nella serie televisiva “Star Trek“, in cui la materia veniva trasportata sotto forma di energia a velocità subliminali e luminali: il teletrasporto quantistico si occupa del contenuto informativo della particella stessa la cui trasmissione è letteralmente istantanea.
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A tutt’oggi, i fisici non sono riusciti a dare una spiegazione razionale a un simile fenomeno che viene visto come “spooky“, cioè misterioso, poiché la correlazione quantistica non è soggetta ai cambiamenti che invece subiscono altri fenomeni legati alla fisica elettromagnetica e nucleare e che invece dipendono strettamente dalla distanza che separa gli elementi tirati in ballo. Per farla breve, è come se nel teletrasporto quantistico l’informazione non venisse propagata attraverso lo spazio, ma in un modo alternativo che gli scienziati di tutto il mondo stanno ancora cercando di capire come funziona esattamente.
A essere interessate dal fenomeno di correlazione quantistica non sarebbero solo ed esclusivamente le particelle subatomiche, ma anche alcune particolari molecole come le cosiddette “buckyballs” e diversi diamanti purissimi di dimensioni nanoscopiche.
Come già detto, a oggi i test non sono andati oltre i 143 chilometri di distanza, tale limite è stato raggiunto in occasione di un esperimento che si è svolto nelle isole Canarie e in quel caso si è superato di ben quattro ordini di grandezza la velocità della luce (espressa con la famosa formula enunciata da Einstein). Record che rischia di essere frantumato quando le particelle saranno inviate al satellite dell’ISS, il quale si trova a ben 500 chilometri dal suolo terrestre.