Era da poco scattata la mezzanotte di martedì 15 gennaio quando, a una decina di chilometri a est di Ravenna (e a 25 chilometri di profondità), la terra ha iniziato a tremare. La prima scossa registrata, attestata alla magnitudo 4,6 della scala Richter, come riferito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha destato non poca preoccupazione tra i cittadini emiliani, i quali hanno scelto istintivamente di affollare le strade per paura di eventuali crolli.
Fortunatamente i danni accusati dagli edifici nelle zone colpite dal sisma sono lievi, ma l’ansia di dover assistere ad un nuovo disastro dopo il terremoto distruttivo del 2012 ha comunque preso il sopravvento. A tutto ciò si è aggiunto il fatto che la terra ha continuato a tremare per tutta la notte, con le scosse che si sono susseguite a distanza di alcuni minuti l’una dall’altra.
In via cautelativa il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, dopo una riunione lampo avvenuta nella notte nella sede del comune emiliano, ha deciso di tenere le scuole chiuse onde evitare problemi legati alla sicurezza. La decisione del sindaco ha interessato qualsiasi edificio scolastico, dai nidi alle università.
Ma la gente non si è riversata esclusivamente nelle strade. A pochi minuti dalla prima scossa, infatti, anche i social sono stati affollati da tweet e post legati al terremoto emiliano. Per dare un’idea della potenza del sisma, di scala media se paragonato ad altre scosse di intensità maggiore, diversi tweet sono giunti dalle province di Padova e Venezia, a testimonianza di come il fenomeno sismico abbia spaventato non poco gli abitanti dell’area orientale della pianura padana.
L’Emilia e l’Italia intera restano in allerta. In un’area sismica come quella del Belpaese i terremoti sono sempre dietro l’angolo, il che costringe il popolo italiano a non poter mai abbassare la guardia.