L’uomo si era recato sulla cascata Lipton con altri due amici quando, mentre stava scalando un enorme ghiacciaio, si è sentito mancare il sostegno ed è caduto sotto gli occhi di alcuni passanti e turisti che si trovavano sul posto. Le persone presenti, dopo aver assistito alla scena, hanno immediatamente dato l’allarme e soccorso l’uomo in attesa dei medici.
Per Pietro Biasini, originario di Ardenno (Sondrio), non c’è stato niente da fare nonostante sia rimasto in vita per un paio di ore dopo la tragica caduta. Subito dopo l’allarme, è intervenuto nella zona il soccorso alpino che, con l’aiuto degli elicotteri e di diversi uomini, ha provato a salvare il ragazzo lombardo ormai in fin di vita. Inutile la corsa in ospedale per cercare di risanare le sue ferite che erano troppo profonde dopo la caduta di oltre 40 metri e il forte impatto a cui è stato sottoposto.
La cascata che impegnava i tre ghiacciatori è una delle più pericolose e difficili al mondo, ed è per questo che per tutti gli appassionati è anche la più affascinante da affrontare. Questa volta però è costata la vita ad una persona che di certo non era un novellino e sapeva bene come muoversi di fronte ad una scalata simile. Pietro, infatti, aspirava a diventare lui stesso una grande guida alpina in Lombardia, dove abitava e amava sciare con gli amici.
Proprio per seguire questa sua passione che aveva sin da piccolo, era andato in Norvegia a coronare uno dei suoi sogni, e cioè scalare i ghiacciai a Rjukan con i suoi cari e fidati amici. Purtroppo per il giovane questa è stata anche la sua ultima avventura.
Il paesino del ragazzo è sotto shock e sono ancora tutti increduli dell’accaduto e di come una vita si possa spezzare in questo modo senza riuscire a dare una spiegazione razionale. Dopo aver chiarito tutte le cause dell’incidente, la salma del ragazzo verrà rimpatriata e si potranno svolgere i funerali dando una degna sepoltura al giovane alpinista che ha sacrificato la sua vita per seguire il suo sogno.