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Turchia: il sequestro del Magistrato del “Gezi Park” finisce in tragedia. Blitz agenti e tre morti

Si è concluso rapidamente, ma in modo tragico, il rapimento del procuratore Mehmet Selim Kiraz, avvenuto ad Istanbul.
Il blitz effettuato dalle forze dell’ordine ha portato all’uccisione dei due rapitori appartenenti al “Fronte rivoluzionario di liberazione“, ma al decesso anche dello stesso. La notizia sarebbe stata confermata da fonti ufficiali.

Il Procuratore, ferito nel corso del blitz, avrebbe subito un intervento chirurgico urgente nel tentativo di salvargli la vita. L’intervento delle forze dell’ordine sarebbe iniziato subito dopo aver udito uno sparo.
Precedentemente una foto inviata dai sequestratori mostrava Kiraz imbavagliato, con un’arma puntata alla testa. Il rapimento era avvenuto direttamente all’interno del tribunale di Caglayan, nella città di Istanbul. Il gruppo “Dhkp-C”, noto per appartenere all’estrema sinistra, aveva rivendicato il gesto proprio mostrando l’immagine del rapito sul sito internet dell’organizzazione.
Kiraz aveva partecipato, nel 2014, alle indagini seguite alla morte di un quindicenne, Berkin Elvan, avvenuta a causa di un lacrimogeno che lo aveva centrato alla testa nel corso delle proteste anti-governative che avevano portato a diversi disordini a “Gezi Park” nel Giugno 2013. Il ragazzo era morto dopo un anno e mezzo di coma.
I rapitori avevano fissato un ultimatum chiedendo alle autorità di rendere pubblica una confessione che indicasse come i colpevoli della morte del giovane fossero degli agenti. Inoltre, avevano chiesto di scarcerare i manifestati finiti in carcere proprio per quanto avvenuto.

Il padre del ragazzo aveva provato a scrivere un messaggio su Twitter per chiedere ai militanti di lasciare andare il Magistrato, in quanto non voleva assistere ad altre morti dopo quella del figlio. Già prima che l’ultimatum scadesse era stato vietato un divieto di trasmissioni relative al rapimento; tale richiesta di blocco era arrivata direttamente dall’ente statale adibito al controllo radio-televisivo, il Rtuk. Non si è trattato, comunque, di un fatto insolito per la Turchia; è sufficiente ricordare, infatti, che solo negli ultimi 4 anni sono stati diramati più di 150 divieti simili. All’ingresso delle forze speciali nel Palazzo di Giustizia aveva fatto seguito l’evacuazione di tutto il personale presente.
È importante sottolineare che proprio il gruppo “Dhkp-C” è tra le organizzazioni terroristiche monitorate sia dall’Europa che dagli Stati Uniti. Tra i suoi atti più gravi può essere ricordato l’attentato suicida avvenuto nei confronti dell’Ambasciata americana, datato 2013; più indietro nel tempo (2001) era stato effettuato un attacco ad Istanbul, che aveva portato alla morte di 3 persone (2 Poliziotti e un cittadino australiano).
Sono alcuni mesi che la Turchia sta vivendo un momento molto difficile dal punto di vista politico, sia per la deriva autoritaria” assunta dal presidente Erdogan che per gli effetti originati dalla crisi siriana.
Lo stesso Ergodan aveva definito “vandali” coloro che avevano partecipato alla protesta di Gezi Park. In realtà, gli scontri erano nati dopo le prime cariche della polizia effettuate nei confronti degli ecologisti che protestavano per l’abbattimento di 600 alberi.
Questo portò a circa mille feriti in pochi giorni, con i manifestanti che provarono a bloccare le strade di accesso. La sera del 15 di Giugno vennero fatti scoppiare dei lacrimogeni, mentre gli agenti avanzavano tra i manifestanti indossando maschere antigas. Alla fine il risultato fu di 9 morti e di 8.000 feriti, comprese altre zone della Turchia dove erano scoppiate proteste di solidarietà nei confronti dei manifestanti.
Ora, a fronte di un’ingiustizia, un atto che non può, probabilmente, che determinarne un’altra…

http://www.lanotiziagiornale.it/la-turchia-sprofonda-nel-terrore-un-gruppo-di-terroristi-rapisce-il-magistrato-kiraz-stava-indagando-sulla-morte-di-adolescente-ucciso-dalla-polizia-durante-le-proteste-del-2013/

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