Ucraina: ripresi i combattimenti con trenta vittime nella giornata di ieri, falliti i colloqui di Minsk
I combattimenti sono continuati ed anzi sono ripresi con maggiore violenza in Ucraina, dopo il “flop” che è stato registrato nei colloqui di pace che si sono tenuti a Minsk, in Bielorussia. L’obiettivo della riunione era quello di abbassare la tensione in atto nella zona e preparare il terreno per una soluzione diplomatica della crisi che attanaglia l’Ucraina ormai da mesi.
La tregua, che era stata faticosamente raggiunta nello scorso mese di settembre, sembra un lontano ricordo ed ogni giorno si assiste ad un inasprimento dei combattimenti, con il numero delle vittime in costante ascesa.
Secondo quanto ha dichiarato Volodymyr Poliovyi, portavoce militare ucraino, la situazione più difficile è quella che si registra a Debaltseve, una città di 25 mila abitanti che si trova proprio in mezzo a Lugansk e Donetsk, due delle principali roccaforti dei ribelli separatisti. A Debaltseve la popolazione deve fare i conti con la mancanza di elettricità e di acqua potabile, e la situazione si sta facendo insostenibile.
Negli ultimi giorni, molti abitanti sono scappati a causa degli incessanti combattimenti con i militari di Kiev e la polizia che stanno cercando di resistere all’assalto dei separatisti, e non hanno intenzione di cedere la città, che può essere raggiunta utilizzando una sola strada, che è però sotto il tiro dell’artiglieria nemica. Secondo quanto scrive il New York Times, da parte della Nato ci potrebbero essere forniture di armi ed attrezzature all’esercito regolare Ucraino, per permettere la difesa.
Finora non è stata presa nessuna decisione in merito, dato che la prima opzione scelta è quella della trattativa diplomatica, ma se non dovessero esserci delle aperture, l’opzione armi all’esercito di Kiev verrebbe presa in considerazione, come è stato più volte chiesto anche dai vertici militari ucraini, che continuano ad insistere sul fallimento di altre mosse, come le sanzioni economiche instaurate contro la Russia, che sta invece continuando a fornire sia armi che personale ai separatisti.
Sulla situazione in Ucraina hanno preso nuovamente posizione sia il presidente francese François Hollande che la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Insieme a Petro Porošenko hanno lanciato un nuovo appello perché sia attuato immediatamente un “cessate il fuoco”, e sia dato spazio alle trattative diplomatiche. I tre leader avevano effettuato la stessa richiesta anche prima dei colloqui di Minsk, che hanno dato esito negativo e fatto ripartire le violenze nelle regioni orientali dell’Ucraina, violenze che vanno avanti ormai da nove mesi.
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