Un Mosè piatto, ma visivamente affascinante quello di Ridley Scott, da stasera al cinema (trailer)
A partire da questa sera, 15 Gennaio, arriva nelle sale italiane “Exodus – Dei e Re“, un film epico diretto dal noto regista Ridley Scott e tratto da una sceneggiatura di Steven Zaillian. Tema della vicenda l’avventura di Mosè e del popolo ebraico da lui condotto verso la terra promessa. La pellicola, però, si smarca prontamente da un’opera dalla forte connotazione religiosa ( del resto non ne sarebbero i tempi,), per concentrarsi, più che su un racconto affrontato da un punto di vista storico, su una pellicola di science-fiction, per restringere l’attenzione sulla figura di Mosè, ponendo maggiormente l’attenzione alla dimensione umana del personaggio.
Da “I dieci comandamenti” di Charlton Heston a Il principe d’Egitto della Dream Works, l’Esodo di Mosè è stato raccolto un po’ in tutte le salse. Tutto inizia con un bambino, Mosè, che viene salvato per miracolo e allevato da coloro che si riveleranno i suoi veri nemici. Dopo essersi accorto di far parte del popolo sottomesso dalla sua famiglia adottiva, viene esiliato e incaricato da Dio in persona di salvare il popolo di Israele. Il Signore gli viene in soccorso con dieci piaghe che colpiranno soltanto il popolo d’Egitto e risparmieranno gli Ebrei. Mosè attraversa con il suo popolo il Mar Rosso e apre quest’ultimo con l’ausilio del suo bastone. La stessa distesa si chiude al passaggio dei suoi nemici.
Una storia di tipo biblico che mantiene sempre un significato poetico, ma che al tempo stesso racchiude una sostanza umana diversa dal passato. I protagonisti principali sono Christian Bale, che interpreta Mosè, e Joel Edgerton, Ramses. Sul set, diventano due fratelli che si odiano, ricreando l’eterna contrapposizione tra Bene e Male, tra giusto e sbagliato, tra umiltà ed arroganza. Due visioni del Mondo totalmente opposte che sintetizzano una storia contrassegnata dai forti elementi umani e sociali. La pellicola dura quasi dure ore e mezzo e vede tra gli altri attori Sigourney Waver, John Turturro, Ben Kingsley ed Aaron Paul. Tra le scene meglio riuscite, quelle delle piaghe, dell’inseguimento dei carri di Ramses e dell’attraversamento del Mar Rosso.
Mosè, lungi dall’essere un condottiero tutto di un pezzo, al contrario, ci appare quindi nella sua dimensione più umanamente fragile, tormentato tra dubbi e sensi di colpa, e, non di rado, atterrito di fronte ai flagelli inviati da un Dio, spesso, incomprensibile e vendicativo. Un protagonista lontano dalla retorica degli eroi di turno, ma talvolta troppo piatto, per affascinare e trascinare.
Un soggetto rivedibile, la solita tonnellata di inesattezze storiche ( il film è stato vietato in Marocco e in Egitto, complice, secondo i suoi detrattori, la visione sionista che ne starebbe alla base, oltre alla sequela di incongruenze. Fra tutte gli Ebrei impiegati alla costruzione delle Piramidi, quando le stesse vennero ultimate almeno un millennio prima, ndr.)una qual superficialità nell’impianto narrativo, ma anche tanto mestiere per un Ridley Scott che, anche in un film ampiamente imperfetto, sa ammaliare con uno spettacolo visivo di sicuro impatto, nel quale le immagini sanno catturare, tra cruente scene di battaglia, drammatiche piaghe divine e scenari mozzafiato.
È disponibile anche nell’avveniristica versione in 3D e scaturisce da un lavoro tecnico faraonico.