Possibili danni alla salute o una protezione necessaria contro malattie molto contagiose e pericolose? Le informazioni e le opinioni che girano intorno ai vaccini si presentano spesso contrastanti e talvolta prive di fondamento. Ciò che è certo è l’aria smarrita di mamma e papà di fronte ai consigli del pediatra, dei propri familiari e delle notizie allarmanti, che spesso compaiono sui giornali.
Forti della convinzione di una necessaria informazione a riguardo, cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento, rispondendo a quattro delle più diffuse domande circa le vaccinazioni ed i loro pericoli nascosti.
Le vaccinazioni presentano dei rischi? Se sì, quali?
Effettivamente le vaccinazioni presentano dei rischi, ma la loro entità è così minima da non poter essere considerata pericolosa. Nella maggior parte dei soggetti vaccinati, infatti, l’unica evidenza riscontrabile è rappresentata da una piccola reazione nella zona dell’iniezione, solitamente arrossata ed accaldata. In casi più rari il soggetto può presentare qualche linea di febbre asintomatica, soggetta a scomparire nell’arco di poche ore. Il tutto non eccede come gravità quella di una leggera influenza, scongiurando l’eventuale pericolo di complicanze gravi e di patologie pericolose.
Vaccinare un bambino comporta un indebolimento del suo sistema immunitario?
Assolutamente no. L’obiettivo dei vaccini, al contrario, è proprio quello di fortificare il sistema immunitario, inoculando virus indeboliti e stimolando l’effetto memoria di anticorpi ed antigeni. Caso contrario, invece, nel caso in cui il soggetto venga in contatto con il virus durante un’infezione naturale. In questa situazione il virus è completamente aggressivo e difficile da sconfiggere senza cure farmacologiche.
Esiste una correlazione fra la presenza dell’autismo e la somministrazione dei vaccini?
Attualmente non è possibile ammettere una correlazione tra la presenza dell’autismo e la somministrazione del vaccino contro il morbillo. Inoltre nel campo medico vi è il pensiero comune che vede l’autismo come una patologia presente fin dalla nascita del soggetto, ma capace di manifestarsi solo successivamente. La sua manifestazione, infatti, spesso coincide con il primo anno di vita del bambino, proprio la fase in cui vengono somministrate le vaccinazioni, fornendo, di fatto, una falsa correlazione.
L’ipotesi di una possibile correlazione è scaturita da un lavoro di un medico inglese nel lontano 1998. Stando alle sue ricerche l’uomo affermava di aver rinvenuto anticorpi del virus del morbillo provenienti dal vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) nell’intestino di bambini autistici. In realtà il tutto si è concluso con una clamorosa ammissione di falso ad opera dello stesso dottore.
Nonostante la smentita, la convinzione della correlazione fra i due eventi ha continuato a circolare, creando non pochi danni ai soggetti non vaccinati. Nella realtà dei fatti il vaccino del morbillo, infatti, presentando al suo interno un virus ancora vivente, può far scaturire nel soggetto solo una leggera febbre a circa dieci giorni dalla somministrazione. Un piccolo prezzo per un bambino, a differenza di una malattia invasiva e pericolosa come il morbillo.
Non vaccinare un bambino comporta dei rischi?
I bambini privi della copertura ricevuta dai vaccini presentano un rischio maggiore nel contrarre malattie pericolose, rispetto ai loro coetanei vaccinati. La mancata vaccinazione dei piccoli ha poi comportato nel corso del tempo la nuova presenza di malattie dimenticate, come la pertosse.