Ancora caos in Venezuela, dove le proteste del popolo, che spinge per il golpe ai danni di Maduro, avrebbero provocato una dura reazione della polizia venezuelana, come ha riferito l’oppositore Guaidó in un’intervista al TG2.
Il Venezuela è ripiombato nel caos, se mai abbia avuto la possibilità di uscirne in queste ultime settimane. Sarebbero 70 le persone uccise dalle cariche della polizia venezuelana in seguito alle rivolte scoppiate nelle piazze dello Stato sudamericano, con il popolo che, stanco della dittatura di Maduro, ha dato inizio ad una vera e propria ribellione.
Guaidó, presidente dell’Assemblea nazionale del Venezuela, nonché capo autoproclamato del governo esecutivo, non ci sta. Ma per contrastare la forza politica del governo ancora in carica sono necessarie molto più che semplici parole, ed è per questo motivo che attraverso interviste e dichiarazioni al veleno sta cercando di ottenere il favore del mondo intero, così da poter sovvertire una situazione politica divenuta insostenibile per l’intera popolazione.
“Il governo ha ucciso 70 giovani solamente nell’ultima settimana, il tutto per mano della polizia”
ha dichiarato Juan Guaidó al TG2. E, come se non bastasse, ha aggiunto:
“700 persone sono finite in carcere, tra cui 80 minori. Molti di loro sono bambini”.
Le dichiarazioni di Guaidó arrivano nel momento in cui l’UE ha dichiarato il riconoscimento del presidente autoproclamato, con l’Italia che, tuttavia, ha preso le distanze dall’organo europeo. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha detto la sua a proposito della situazione venezuelana, esprimendosi attraverso le parole del Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri, Manlio Di Stefano:
“Non riconosciamo Guaidó. Non vogliamo un’altra Libia“.
Di Stefano ha usato la Libia per riferirsi al colpo di Stato avvenuto nel 2011, quando il rovesciamento del governo in carica, guidato da Mu’ammar Gheddafi, ha provocato la caduta del regime a favore della nascita di una nuova repubblica, ma non senza una guerra civile violenta e sanguinosa (ancora in corso).
Ma Guaidó, proseguendo nell’intervista, ha richiesto un’inversione di rotta da parte dell’Italia:
“Roma non è a conoscenza di quanto sta avvenendo qui in Venezuela. Non accadrà mai un’altra Libia”,
ha riferito il politico, chiedendo di fatto il riconoscimento anche da parte del governo italiano.
Difficile cercare di comprendere come possa evolversi la situazione venezuelana. Guaidó, nel frattempo, ha anche dichiarato di voler sfidare un divieto imposto dal governo in carica facendo arrivare nel Paese aiuti umanitari dall’estero. Ulteriori sviluppi sono attesi già nelle prossime ore.